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Chi siamo

Premessa storica

L'Istituto è presente a Feltre dal 1893, quando le Madri Canossiane furono invitate da due sacerdoti feltrini e dai rappresentanti cittadini per occuparsi della formazione secondaria. L’azione educativa trova la sua ispirazione nell’esperienza educativa di S. Maddalena di Canossa (1774-1835) realizzata all’inizio del XIX secolo nelle città di Venezia, Verona, Milano, Bergamo e Trento. Il progetto educativo della Canossa si proponeva di estendere la cultura anche a coloro che ne erano normalmente esclusi. Partendo da una concezione antropologica illuminata dalla fede in un Dio che si prende cura di ciascuna delle sue creature, istituì le scuole per le classi popolari, particolarmente attenta ai ragazzi a rischio.

Il senso ed il ruolo della scuola canossiano oggi

Se fino ad una trentina di anni fa l’idea di bene comune era dominante rispetto alla realizzazione degli obiettivi individualistici, oggi il riferimento unitario non c’è più e la società della tarda modernità è caratterizzata da molti universi. È provato che una comunità che aderisce ad un sistema di valori condiviso non solo riesce meglio dal punto di vista degli apprendimenti, ma crea un clima educativo incomparabile. Ha un chiaro progetto educativo non produce solo per se stessa, ma crea capitale sociale per la comunità e si apre alla rete territoriale.


Se la scuola riscopre la sua specificità può superare la crisi di senso che sta attraversando. La specificità dell’esperienza scolastica è la socializzazione dell’apprendimento, cioè il fatto che si impari unicamente nella condivisione e non si impari niente in forma unicamente individuale. La scuola, perciò, deve gestire un rapporto profetico con il mondo, riscaldare il cuore, dare l’esempio, in un fecondo rapporto con le famiglie ed il territorio.
Lo stile dell'educazione canossiana esprime in modo armonico amabilità e fermezza, familiarità e rispetto, gratuità e gioia. Il metodo educativo volto ad intuire i bisogni e a individuare gli ostacoli, in modo da accompagnare e potenziare lo sviluppo integrale della persona.

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Il progetto educativo

L'educazione del cuore

È aiutare a costruire persone capaci di apprendere responsabilmente, cioè in vista dell’adempimento dei propri compiti come cittadini di questo mondo, all’interno di una rete di comunicazione e di collaborazione con gli altri, rispondendo al compito di ogni umano di custodire la dignità della persona.
L’educazione del cuore a cui si richiama Santa Maddalena di Canossa verte:

  • sulla capacità di trasmettere conoscenze che appassiono, non solo informazioni ma significati e convinzioni;
  • sul rafforzamento della libertà come capacità di valutare, disporre di sé e decidere.

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Inclusione ed intercultura

Il termine educazione interculturale designa oggi un complesso di principi e di pratiche, di contenuti, connessi ad una progettualità etico-politica che assume la pari dignità delle culture umane. Il progetto di una possibile educazione interculturale si intreccia con le prospettive di una educazione alla pace e/o alla gestione del conflitto, e soprattutto con la battaglia etico-politica contro ogni forma di razzismo, di pregiudizio sociale, e, in ultima analisi, di sopraffazione dell’uomo sull’uomo. Il tema assume una particolare rilevanza all’interno della pedagogia cattolica, per una sua natura universalistica, che riconosce a priori la dignità e il valore assoluto di ogni persona.

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Alleanza scuola famiglia

Parlare di educazione della persona implica l'armonizzazione di tutti gli aspetti e i contesti che sono alla base della sua formazione: la famiglia, prima appartenenza di ciascuno, la scuola, seconda agenzia educativa che consolida e arricchisce il suo formarsi e il territorio dove si svolge la sua vita. Lo sguardo pedagogico della scuola canossiana punta a dare unitarietà ai diversi campi che riguardano questo processo, rinforzando la propria autostima e la propria autonomia e ricavando anche la competenza ad agire per il proprio benessere e per il bene comune.

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Educare al senso religioso

L’educazione religiosa, più di qualsiasi altro campo d’esperienza, ha una natura non prevalentemente intellettuale, ma consiste nell’interazione dinamica di tutte le dimensioni dell’umano (corporeità, emozioni ed affetti, sviluppo cognitivo ed intellettuale, socialità, motivazioni e orientamenti).

La dimensione dell’educazione religiosa dovrebbe esser riservata proprio a quella prima ricerca spirituale, di fede, che aiuta il ragazzo - sollecitandolo e sostenendolo - a non disamorarsi della vita, a sviluppare esperienze di meraviglia, di stupore, di bellezza, sviluppando con entusiasmo i momenti relazionali. La fede è come a una sorta di “spinta”, di impulso alla vita, al desiderio di esistenza, alla ricerca di un Bene personale e comune, alla salvaguardia di valori per cui vale la pena di impegnarsi (giustizia, onestà, responsabilità, autenticità...) e al cui centro sta una relazione con un “Altro da noi”.

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